Saturday, May 22, 2010

Is the Bible Fact or Fiction? Archeology's Evidence

There is an interesting article in Time on Archeology and the Bible.

Here are some highlights, but it is worth a read as it notes some of the methods of various archeologist as well.

A series of crucial discoveries suggests that some of the Bible's more ancient tales are also based firmly on real people and events.

In 1979 Israeli archaeologist Gabriel Barkay found two tiny silver scrolls inside a Jerusalem tomb. They were dated to around 600 B.C., shortly before the destruction of Solomon's Temple and the Israelites' exile in Babylon. When scientists carefully unrolled the scrolls at the Israel Museum, they found a benediction from the Book of Numbers etched into their surface. The discovery made it clear that parts of the Old Testament were being copied long before some skeptics had believed they were even written.

In 1986 archaeologists revealed that several lumps of figured clay called bullae, bought from Arab dealers in 1975, had once been used to mark documents. Nahman Avigad of the Hebrew University of Jerusalem identified the impressions stamped into one piece of clay as coming from the seal of Baruch, son of Neriah, a scribe who recorded the doomsday proclamations of the prophet Jeremiah. Another bore the seal of Yerahme'el, son of King Jehoiakim's son, who the Book of Jeremiah says was sent on an unsuccessful mission to arrest both prophet and scribe — again confirming the existence of biblical characters.


In 1993 Avraham Biran of Hebrew Union College–Jewish Institute of Religion and Joseph Naveh of the Hebrew University announced they had found an inscription bearing the phrases "House of David" and "King of Israel." The writing — dated to the 9th century B.C., only a century after David's reign — described a victory by a neighboring King over the Israelites. Some minimalists tried to argue that the inscription might have been misread, but most experts believe Biran and Naveh got it right. The skeptics' claim that King David never existed is now hard to defend.
Last year the French scholar Andre Lemaire reported a related "House of David" discovery in Biblical Archaeology Review. His subject was the Mesha Stele (also known as the Moabite Stone), the most extensive inscription ever recovered from ancient Palestine. Found in 1868 at the ruins of biblical Dibon and later fractured, the basalt stone wound up in the Louvre, where Lemaire spent seven years studying it. His conclusion: the phrase "House of David" appears there as well. As with the Tel Dan fragment, this inscription comes from an enemy of Israel boasting of a victory — King Mesha of Moab, who figured in the Bible. Lemaire had to reconstruct a missing letter to decode the wording, but if he's right, there are now two 9th century references to David's dynasty.

Wednesday, May 19, 2010

Saturday, May 1, 2010

Quattro Applicazioni di Luka 4:14-30

Quattro Applicazioni di Luka 4:14-30

Questo passaggio prevede quattro settori chiave di applicazione per la chiesa di oggi. Il primo verte sul concetto che Dio ha lavorato ad un piano per la salvezza del popolo. Gesù ha annunciato con attenzione lo scopo del suo ministerio. Il discorso alla sinagoga rappresenta la comprensione che Gesù stesso aveva della sua missione (1). La comunità della Chiesa deve basare la propria attività su un piano dato da Dio. Spesso possiamo “fare chiesa” e pensare che lavorare verso un piano sia “non spirituale” e in questo modo perdere del tutto la missione.

Il secondo pensiero è che abbiamo bisogno di mantenere i tre aspetti centrali del ministerio di Gesù al centro della nostra attenzione. Cioè, l'annuncio del Vangelo, il sostenere la giustizia, ed il mostrare compassione. Una componente fondamentale della sfida che questo testo presenta alla chiesa è quello di sforzarsi insieme per questo pacchetto olistico. Ciascuno è significativo, ma solo insieme nel loro contesto cristologico raggiungono il loro pieno potere di guarigione (2).

Il terzo è quello di assicurare che noi formiamo comunità in cui sia le forze centrifughe che quelle centripete della missione siano evidenti.

Il quarto pensiero è la necessità di non esistere per la comunità interna alla Chiesa, ma di essere concentrati verso l'esterno, in particolare verso quelli che sono emarginati. E' molto facile per le nostre Chiese diventare molto auto-ossessionati e anche se mentalmente concordiamo con l'idea che il Vangelo è per tutti, possiamo vivere la nostra vita, e organizzare i nostri programmi, come se quelli fuori della chiesa non siano importanti.


1. D.L. Bock, ‘Gospel of Luke’ in Green J.B. et al. (eds) Dictionary of Jesus and the Gospels (Downers Grove: IVP, 1990), 407.
2. Kenneth E. Bailey, Jesus through Middle Eastern Eyes, (Illinois: InterVarsity Press, Downers Grove, 2008), 160.

Contesto di Luca 4:14-30

Contesto di Luca 4:14-30.

Questo discorso nella sinagoga della sua città natale, Nazareth, rappresenta la comprensione che Gesù stesso aveva della propria missione. Gesù legge un estratto dal libro di Isaia e annuncia che il suo ministero adempirà la visione di liberazione descritta dal profeta. Sulla base di questa rilettura delle Scritture e della spiegazione che il popolo di Nazaret non sarà l’unico beneficiario della sua opera, alcuni di loro cercano di ucciderlo.

Contesto

a. Autore

Il terzo Vangelo e gli Atti non identificano direttamente il proprio autore. Le antiche tradizioni1, sostengono che il Vangelo di Luca è stato scritto da Luca, un compagno di Paolo (1). Non vi è un notevole dibattito su questo, anche se molti studiosi concordano sul fatto che Luca era un gentile.

Luca non dichiara di essere un testimone oculare del ministero di Gesù, ma di aver attinto dalle migliori fonti di informazioni che si potevano avere(2). Il greco elegante che viene espresso nel prologo suggerisce che è una persona colta, uno scrittore professionista. Il greco espresso nel resto della sua introduzione suggerisce un proposito che unisce interessi storiografici ellenistici con una narrazione nella tradizione e nello stile biblico(3).

b. Contesto storico

Il destinatario degli scritti, Teofilo (4) o era un cristiano, oppure stava pensando di diventarlo, anche se probabilmente Luca scriveva per un pubblico più ampio del solo Teofilo. Il suo prologo emula quello di molti storici contemporanei, il che indica che voleva pubblicarlo(5) Le motivazioni di Luca sembrano essere sia storiche che apologetiche(6).

Luca scrive in un momento in cui c'era tensione tra i cristiani ebrei e quelli Gentili a causa della questione dell'inclusione dei gentili nella Chiesa primitiva. Mentre Luca sembra scrivere a Teofilo e ad un pubblico gentile, il quale si sentiva estromesso da un movimento di origine ebraica, sembra anche che offra agli Ebrei la saggezza nel saper riconoscere come Dio voglia ancora operare attraverso di loro(7).

c. Temi del libro

Luca presenta Gesù come il Figlio dell'Uomo, respinto da Israele e offerto per i gentili. Gesù è visto come il Salvatore universale (8). Sottolinea la simpatia di Cristo per le donne e i bambini (9) e il Proposito Universale della Buona Novella, trasversale rispetto alle condizioni sociali, geografiche, di genere ed etniche(10).
Si concentra anche sulla questione della teodicea (ndt.:la giustizia di Dio contrapposta al male che persiste). Luca ha bisogno di mostrare che, seppure le promesse di Dio sembravano essere riservate alla discendenza di Abramo, mentre ora sono anche per i gentili, comunque Dio rimane fedele. Questo passaggio ad un attento esame (11) presenta il Piano di Dio per la Salvezza. Nel momento in cui la missione di Gesù viene annunciata, Dio è rivelato come l’Iddio dei disegni(12)

d. Contesto biblico

Il quadro drammatico attorno alla lettura di Cristo delle Scritture è attentamente formulato. Le idee di “nella sinagoga”, “si alzò in piedi”, “dato il rotolo” e “srotolava il rotolo” nella prima strofa sono ripetute in ordine inverso nella terza strofa. L’apice al centro di tutto è il testo di Isaia. Questo testo ha inoltre una retorica strutturata. Nel Vecchio Testamento, le idee sono spesso presentate e poi invertite, con una parabola/metafora al centro. Tali strutture retoriche appaiono in entrambi i Testamenti e possono essere chiamate “parabole incassate.” (13)

Il testo da cui Gesù ha letto (14) era un passaggio significativo in quanto nel primo secolo si pensava che l’adempimento di questo passaggio sarebbe stata l'alba del tempo escatologico(15). Tuttavia, la registrazione di Luca non è una interpretazione esatta del passaggio. C’è stata qualche modifica accurata, o da parte di Luca o da parte di Gesù, quando ha letto il passaggio. È plausibile che Luca abbia ricostruito il testo in base ai suoi interessi, o che queste modifiche possano essere attribuite ai testimoni oculari che Luca elenca come sue fonti(16) Tuttavia, le norme relative alla lettura delle Scritture nella sinagoga, contenute nella Mishnah,(17) ne includono una per la quale, da una parte la Torah deve essere letta come è scritta, d’altro canto è permesso di tralasciare qualche verso dei Profeti e aggiungere i versi di altri libri Profetici(18). È possibile, pertanto, vedere Gesù come l’autore e ad affermare che Luca registra l'agenda di Gesù(19) Il motivo di questa modifica sarà esaminato di seguito.

e. Genere

Luca è una narrazione storica. È in stile ellenistico, ed il suo scopo non era solo il riportare i fatti, ma di persuadere e di essere apologetico in natura. L'autore fa uso di sintesi narrative, discorsi e viaggi per unire le storie di Gesù (20).

Versi dal 25 al 27

Dal verso 25 al 27 Gesù richiama due storie, una relativa ad Elia e l'altra ad Eliseo. Il tema comune era che nessuno ha ricevuto aiuto ad eccezione della vedova e di Naaman, che erano gentili. Essi sono posti da Gesù come modelli di fede gentili(21). Egli presenta anche i due lati della teologia della missione. Questo è dimostrato da Elia, che lascia Israele e va dalla donna di Sarepta di Sidone (missionario) e da Eliseo che attirò Naaman il Siro al Giordano per ricevere la liberazione dalla lebbra (di attrazione). Queste due forze si possono chiamare la forza centripeta e centrifuga della missione (22).

Queste storie insegnano al lettore sulla natura della fede autentica. La fede ha tre componenti principali: adesione intellettuale, ed un cammino quotidiano di fiducia e di obbedienza (23).


1. F. B. Craddock, ‘Luke’, in Mays, J.L. et al. (eds) Harpers Bible Commentary (San Francisco: Harper and Row, 1996)
2. ‘Gospel according to Luke’, in Bible Encyclopedia, Online at http://www.christiananswers.net/dictionary/lukegospelaccordingto.html, [accessed September 2009]
3. William S. Kurz. S.J Westminster, Reading Luke-Act, Dynamics of Biblical Narrative, (Kentucky: John Knox Press, Louisville, 1993)
4. Luca 1:4
5. D.B. Wallace ‘Luke; Introduction, Outline, and Argument’ in Bible.org, Online at http://bible.org/seriespage/luke-intoduction-outline-an-argument [accessed September 2009]
6. Idib
7. J. Nolland,, Word Biblical Commentary: Luke 1-9:20, (Nashville: Thomas Nelson, 1989)
8. D.B. Wallace
9. Gospel of Luke’, in Bible Encyclopedia.Net, Online at http://bibleencyclopedia.net/index.php/Gospel_Of_Luke, [accessed September 2009]
10. Ben Witherington, The New Testament Story, (Michigan: Wm. B. Eerdmans Publishing Co, 2004), 244
11. Luca 4:14-30
12. D.L. Bock, ‘Gospel of Luke’ in Green J.B. et al. (eds) Dictionary of Jesus and the Gospels (Downers Grove: IVP, 1990)
13. Kenneth E. Bailey, Jesus through Middle Eastern Eyes, (Illinois: InterVarsity Press, Downers Grove, 2008), 148.
14. Is 61
15. D.L. Bock, 407.
16. Luca 1:1-4
17. La Mishnah è stata scritta nel 200 DC con scritti provenienti sin dal 100 AC
18. Kenneth E. Bailey, 155.
19. Ibid. 156.
20. L.T. Johnson, Sacra Pagina: The Acts of the Apostles, (Collegeville: Liturgical Press, 2006) 9.
21. Kenneth E. Bailey, 164.
22. Ibid166.
23. Ibid.