Saturday, September 25, 2010

OSPITALITA’ 2

Cenni storici sull’Ospitalità Biblica

Secondo il pensiero ebraico, l’ospitalità è considerata radicata sia nel concetto per mezzo del quale Dio “ama lo straniero” (Deut. 10:18), che in quello della storia israelita nel quale Dio dice, “ Non dovete maltrattare lo straniero o sopraffarlo, poiché anche voi eravate degli stranieri in terra d’Egitto” (Esodo 22:21).

Il Vecchio Testamento è zeppo di esempi riguardanti l’ospitalità elargita anche agli stranieri onorati come ospiti, come ad esempio quello in cui Abramo riceve i tre Angeli (stranieri) in Genesi 18, o quello in cui il prete di Madian ospita Mosè in Esodo 2, o ancora quello in cui Raab nasconde in casa sua gli esploratori di Giosuè in Giosuè 2, ed infine quello in cui Neemia protrae l’ospitalità ad uno dei trombettieri in Neemia 4.

Il Nuovo Testamento non è differente dal Vecchio. La donna samaritana invita Gesù straniero a restare presso la sua comunità, che Lui conobbe (Giovanni 4). Paolo (Saul), che in un primo momento era un nemico del movimento cristiano, entra a far parte del gruppo degli apostoli in Atti 9. Più in là nello stesso capitolo, si racconta che Pietro soggiornò presso un conciatore di pelli chiamato Simone durante la sua sosta a Ieppa. Forse, tutte queste informazioni immateriali, apparentemente somiglianti, figurano nella Sacra Scrittura perché sono risultate rilevanti dagli autori biblici. Questi sono soltanto alcuni esempi fra i tanti che si trovano disseminati nella Bibbia.

Pietro nell’insegnare il significato dell’allenare i doni spirituali in quest’epoca remota, raccomanda al popolo di Dio di “offrire ospitalità gli uni agli altri senza brontolare” (1 Pietro 4:9). Questo è un precetto che calza a pennello per tutti i Cristiani. Paolo si rivolge a tutti i credenti in Romani 12:13, quando dice che dobbiamo “prefiggerci come scopo l’ospitalità”. Alcune interpretazioni risultano molto blande nel tradurre il verbo come “praticare”. Questo verbo, in greco dioko, suggerisce l’idea di un arduo sforzo compiuto dopo un qualcosa. Dobbiamo, quindi, prefiggerci come obiettivo quello di trovare opportunità per offrire ospitalità.

L’atto dell’offrire ospitalità deve costituire le fondamenta dell’identità e della messa in pratica della Parola di ogni Cristiano. Per gran parte della storia della chiesa, i Cristiani collocavano il concetto di ospitalità in una tradizione vibrante secondo la quale la gente era accolta e, a volte, persino trasformata. L’ospitalità fa riferimento a bisogni fisici, quali quelli del vitto, dell’alloggio e della protezione. Ma la nozione di ospitalità afferma anche in modo radicale il grande valore ed il senso di umanità della gente. Le tavolate in compagnia di amici rappresentano una maniera importante, persino oggi, per ribadire l’eguale valore e dignità della gente.

Oggi dovremmo sentire un senso di avversione alla forte enfasi riposta sul valore di ospitalità, proprio a causa dell’estremo bisogno incontrato nei tempi biblici a tale riguardo. La gente che non riusciva a farsi accogliere, poteva andare incontro alla morte perché in quel tempo non esistevano alberghi o comunque centri ricettivi. Le condizioni nelle quali si viaggiava all’epoca erano differenti rispetto a oggigiorno. Tuttavia, forse, se troviamo tali intimazioni nella Bibbia, non semplicemente è dovuto al fatto che sono la risultante di un ordine pratico, ma perché hanno soprattutto ricoperto un ruolo spirituale all’interno della comunità cristiana.

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